Michela e Alessandro

Funesto Festival è un’occasione rara per affrontare collettivamente il tema della morte, qualcosa che spesso evitiamo di discutere. Abbiamo selezionato una serie di parole che potessero facilitare un dialogo aperto, personale e intimo su questo tema. Le abbiamo stampate su delle carte e abbiamo iniziato a incontrare alcuni amici e soci di Sguazzi pronti a condividere i loro pensieri. Ciascun dialogo si è trasformato in un breve racconto e in un ritratto fotografico, offrendo uno spazio per aprire un confronto sincero su ciò che spesso rimane nascosto.

Michela e Alessandro

Alessandro e Michela sono seduti vicini. Alessandro sceglie le sue parole: addio, figli, amici, preparazione, ricordi, dispiacere. Parla con calma, come se riflettesse su qualcosa che ha già accettato. La morte per lui è sempre stata presente. Da bambino ha perso entrambi i genitori, prima il padre, poi la madre. È cresciuto con questa consapevolezza, ma non è la morte in sé a preoccuparlo. Ciò che lo turba è quello che lascerà dietro di sé. “I miei figli” dice, “vorrei prepararli, che non restino spiazzati”. Tiene ancora degli oggetti dei suoi genitori. Sono ricordi, un modo per tenerli vicini, anche se non ci sono più.

"Parlare di morte significa creare un'opportunità per parlare di sè." - Alessandro

Michela ascolta, poi sceglie le sue parole: altrove, presenza, afasia, paura. Quando pensa alla morte, pensa principalmente a quella degli altri, non alla propria. Le persone che ha perso le sente come se fossero “altrove”, ma comunque presenti. Se però pensa alla possibile morte di persone a lei più vicine, si rende conto di non essere in grado neanche di immaginarla.
“Non posso pensarla”, dice. È come se ci fosse un blocco, qualcosa che la sua mente non vuole toccare.

Parlando di Alex (amico e socio fondatore di Sguazzi, morto la notte di Natale del 2023), il tono cambia. “Se penso ad Alex e ai suoi ultimi giorni, penso al suo coraggio e alla sua capacità di trasmetterci serenità, pur nel dramma e nella paura del momento”. Alex ha donato a tutti noi “un tempo sospeso”, permettendoci di salutarlo, di stargli vicini, di vivere e rispettare la sua morte come un passaggio naturale, anche se difficile e doloroso. In quei giorni ci siamo stretti intorno a lui, testimoni, forse più consapevoli, del suo modo unico di vivere, in bilico tra fragilità e grandezza di spirito.

"Altro. La morte è altro. Non possiamo capirla, ma neanche ignorarla. Un orizzonte, che separa ciò che siamo da ciò che forse saremo..." - Michela

Per Michela e Alessandro, il festival diventa di conseguenza un’occasione preziosa. “È una bella opportunità per parlare di questo”. Parlando della morte, si capisce che è qualcosa che non possiamo davvero comprendere o controllare. Ma forse è proprio questo vissuto condiviso, quello che hanno sperimentato con Alex, che rende possibile avvicinarsi al tema, affrontarlo senza paura. “Non possiamo addomesticarla, ma possiamo parlarne”.

Michela e Alessandro sono parte di Sguazzi sin dall’inizio, contribuendo soprattutto a livello gestionale. Michela è una dei soci fondatori e in passato è stata anche presidente, oltre a occuparsi da anni della segreteria. Alessandro, invece, ricopre il ruolo di tesoriere da lungo tempo. Entrambi hanno fatto parte del direttivo in più occasioni. Sebbene inizialmente riuscissero a partecipare attivamente ai progetti di Sguazzi, negli ultimi anni hanno dovuto rallentare. Tuttavia, si sono rimessi in gioco recentemente con il progetto “Saliamola” e ora con Funesto.

Progetto a cura di Michele Foresti