Accarezzare con la luce: risate e riflessioni con Andrea Mastrovito

Il 29 novembre, la Chiesa dellOspedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha accolto uno degli incontri più significativi di Funesto Festival: Accarezzare con la luce. Andrea Mastrovito, artista conosciuto per il suo approccio anticonvenzionale, ha trasformato una serata sullarte contemporanea in un viaggio ricco di osservazioni acute, ironia e momenti di introspezione.

La chiesa, progettata dallarchitetto Ferdinando Traversi e inaugurata nel 2014, è unopera darte in sé, arricchita da interventi artistici come le incisioni murarie di Stefano Arienti e la Via Crucis di Fernando Frères. Quando Mastrovito visitò la chiesa per la prima volta, nel 2011, rimase colpito dalla luce che invadeva lo spazio in modo quasi mistico. Mi sono trovato avvolto da una luminosità straordinaria,” ha raccontato durante la serata, per poi aggiungere, con un sorriso, che solo dopo si era accorto dellassenza del tetto, provocando le risate del pubblico. Da quella prima visita è nata lidea di catturare e amplificare quella luce, trasformandola in qualcosa di eterno.

Lintuizione si è tradotta in un progetto ambizioso: tre absidi in vetro stratificato che riflettono e diffondono la luce naturale, creando unatmosfera di contemplazione. Le absidi rappresentano scene centrali della cristianità, come la Crocifissione e il Monte Golgota, realizzate con la tecnica della grisaille, che Mastrovito affrontava per la prima volta. Ogni dettaglio è stato una sfida, ma anche un processo di apprendimento. Ho impiegato due settimane solo per il volto della Madonna,” ha condiviso.

Lintervento non è stato privo di difficoltà tecniche. Il maestro vetraio Lino Reduzzi mi disse subito che non sarebbe stato possibile,” ha raccontato lartista. Ma poi ha aggiunto: proviamoci.” Il risultato è unopera che unisce fragilità e forza simbolica, offrendo al visitatore unesperienza visiva che trascende la dimensione materiale.

Durante lincontro, Mastrovito ha saputo alternare momenti di riflessione profonda a commenti ironici, dimostrando la sua capacità di creare connessioni autentiche con il pubblico. Ha raccontato del suo continuo viaggio tra New York e Bergamo durante la creazione delle absidi, intervallato dalla sua passione per lAtalanta, che lo riportava regolarmente allo stadio. Con il suo consueto spirito, ha scherzato sulleventualità di celebrare una messa, suscitando risate tra i presenti. Nonostante i momenti di leggerezza, è riuscito a guidare il pubblico verso una riflessione più ampia sul ruolo dellarte allinterno di uno spazio sacro: Non importa se si crede o meno,” ha osservato. La luce, il vetro, le figure: tutto invita a una dimensione altra, che accoglie e accompagna.”

Mastrovito ha anche parlato di The Drawing Hall, uno spazio a Grassobbio dedicato al disegno contemporaneo, da lui fondato assieme agli amici Marco Marcassoli e Walter Carrera, dove artisti come Stefano Arienti e Gian Maria Tosatti hanno esplorato nuove forme espressive. Liniziativa riflette il suo desiderio di mantenere vivo il dialogo tra tradizione e innovazione, offrendo nuovi spazi di confronto allinterno della comunità artistica.

Levento si è rivelato molto più di un racconto sullarte contemporanea. È stato un momento di scambio umano, in cui Mastrovito ha condiviso non solo la genesi delle sue opere, ma anche le sfide e le scelte che hanno definito il suo percorso. A dieci anni dallinaugurazione della chiesa, lartista ha riconosciuto quanto quellincarico abbia segnato un punto di svolta nella sua carriera.

La serata ha lasciato al pubblico una riflessione profonda: la luce come ponte tra materia e spirito, tra realtà e percezione. Un dialogo silenzioso tra opera e osservatore, capace di spingere a interrogarsi su ciò che rimane oltre la superficie. I presenti sono tornati a casa arricchiti non solo da questa consapevolezza, ma anche dal prezioso racconto dellartista, che ha svelato il percorso umano e tecnico necessario per raggiungere un risultato artistico così potente.